Quella che presentiamo nelle prossime pagine è una Romagna ancora poco conosciuta ed estremamente affascinante, la cui storia antichissima gli scavi archeologici fanno risalire all’epoca preistorica.
In questo sterminata distesa di vallate e colline, dove dolci pendii si alternano a calanchi rocciosi e speroni appuntiti che si stagliano contro il cielo, tra riserve naturali, fiumi e campi coltivati, sono disseminati una serie di antichi ed importantissimi borghi fortificati e castelli di epoca medievale, campi di battaglia di importanti e tumultuose signorie.
Prima fra tutte quella dei Malatesta che dominò questi territori per oltre 300 anni, difendendo i propri domini con cruenti e sanguinosi combattimenti, in prima istanza contro i Montefeltro, gli avversari di sempre.
Gli scontri tra le due famiglie si acuirono nei decenni centrali del Quattrocento, quando a capo delle rispettive dinastie si trovarono due abili condottieri: Sigismondo e Federico.
Federico nel 1445 convinse il genero Alessandro Sforza all’acquisto della città di Pesaro, fino ad allora in mano a Galeazzo Malatesta, ottenendo così lo sbocco sul mare al ducato di Urbino e spezzando in due tronconi i possedimenti di Sigismondo che si estendevano in territorio marchigiano fino a Fano, Senigallia e Fossombrone.
Presso le valli del Marecchia e del Conca è ancora possibile ammirare numerose e mirabili fortificazioni che costituiscono in realtà solo la parte superstite, una piccola ombra di ciò che nel settimo decennio del Quattrocento rappresentava un capillare sistema difensivo organico, alcune delle vecchie rocche vennero trascurate, altre ricostruite e ampliate, collegate fra di loro.
Sigismondo procedette nell’organizzazione razionale e diffusa di ciò che ancor oggi in parte appare nei borghi più o meno fortificati alternati a vere e proprie fortezze che contenevano guarnigioni e torri di vedetta capaci di resistere ad attacchi armati e di controllare il territorio. Certamente ciò che resta ha subito importanti rimaneggiamenti, che in ogni caso riflettono ancora gli enormi sforzi che il Signore di Rimini dovette sostenere per proteggere i suoi possedimenti da nemici esterni ed interni, per renderli più sicuri e adeguarli ai nuovi metodi di combattimento e di assedio.
Procedendo dalla costa in direzione della zona appenninica è ancora possibile ammirare posti unici immersi in una natura rigogliosa, a tratti selvaggia o più spesso convogliata in campi fittamente coltivati, passando per il castello di Verucchio, per quello di Mondaino, di Montefiore Conca, le rocche di Santarcangelo di Romagna, Cesena, Sant’Agata Feltria, Mondaino e Gradara. Ripercorrendo così la storia di Sigismondo che trascinò la signoria nel suo periodo di massimo splendore per perderla in ultimo per mano del duca feltresco al comando delle truppe pontificie.
Tante le leggende e i misteri che ancora aleggiano attorno a queste zone, come la suggestiva storia del fantasma di Azzurrina, la bimba albina le cui risa continuano a risuonare per le stanze del castello di Montebello, o quella del fantasma Malatestino di Verucchio, bovaro dei Malatesta che si aggira per le strade di Verucchio trainando il suo carro pieno di strumenti di tortura.
L’entroterra romagnolo offre anche una ricca e pregiata tradizione enogastronomica, generosa di prodotti custoditi gelosamente e valorizzati attraverso sagre, feste e fiere di paese, attraverso le Strade del Vino e dei Sapori, ristoranti e osterie che ripropongono le ricette tramandate di generazione in generazione, cantine che continuano a produrre vini DOC e DOCG: Pagadebit, Cagnina, Albana, Trebbiano e Sangiovese.
In questa sezione potrai prendere spunto per un viaggio attraverso le colline, nelle località storiche più famose dell’entroterra riminese.